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Madmaxista
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¿Aquí explican por qué se podría retirar Rodrigo por no decirte trigo?

Il Sole 24 Ore (08/09/07)

8 settembre 2007
Rogoff: «Ora temo un crack bancario»
di Andrea Malan
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...e6-11dc-bf10-00000e25108c&DocRulesView=Libero

«Una pericolosa finestra di vulnerabilità». Così Kenneth Rogoff, professore di economia ad Harvard ed ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale, ha descritto al convegno di Cernobbio l'attuale situazione finanziaria internazionale.

Rogoff non ha peli sulla lingua: «La crisi è ancora in pieno svolgimento, e credo che prima di arrivare alle buone notizie dovremo ancora sentirne di cattive». Le banche – dice – hanno fatto un sacco di soldi collocando sul mercato 1.300 miliardi di dollari di prestiti, sotto forma di strumenti complessi e poco trasparenti, con il sostegno delle agenzie di rating.

Se questi strumenti – che ora nessuno vuole – ricadranno su di loro, le banche rischiano grosso. Quanto grosso? «Se le banche centrali non affronteranno il problema in maniera aggressiva, credo che ci sia una probabilità del 75-80% che una grossa istituzione finanziaria fallisca nei prossimi 3-6 mesi. Certo, l'ideale per le autorità di controllo sarebbe comunque una banca di medie dimensioni».

Il problema è che il dubbio ha scacciato la fiducia dai mercati: nessuno si fida più di nessuno, e i mercati si aspettano che le banche centrali – specialmente la Fed – accorreranno in salvataggio. Le banche centrali, avverte però l'economista, «non possono fare più di tanto: stanno fornendo liquidità al sistema, potrebbero dare al mercato un paio di tagli dei tassi di interesse, ma il mercato è piano di attività illiquide che nessuno vuol prendere in portafoglio».

Il rischio è che «le autorità di controllo – dice – potrebbero aspettare ad agire finché una grande banca non andrà gambe all'aria prima di diventare veramente aggressive ». Cosa intende per "diventare più aggressive"? «Devono muoversi a livello delle autorità di controllo, far sedere tutte le banche attorno a un tavolo per ristrutturare questi strumenti di debito esotici e renderli più negoziabili. Il mercato deve trovare il valore giusto: magari non è zero, magari è 80 centesimi per dollaro o 70&. Ma ora il mercato è congelato».

Se la crisi finanziaria si protrarrà troppo a lungo, crescerà l'impatto sull'economia reale. Tutti gli economisti presenti a Cernobbio, a partire dal direttore generale del Fmi Rodrigo Rato, danno per scontato che le previsioni di crescita andranno riviste al ribasso. Rogoff ricorda che «il mercato immobiliare Usa è sull'orlo di una forte correzione, e i prezzi caleranno probabilmente del 10% nei prossimi 12 mesi».

Lo scenario centrale su cui scommette Rogoff vede per gli Usa un «lungo rallentamento della crescita ». Ma, avverte, «c'è una probabilità del 25-30% che gli Stati Uniti vadano in recessione nei prossimi dodici mesi». A quel punto, anche tutte le previsioni per gli altri Paesi andrebbero riviste: «Europa e Asia resisteranno se il rallentamento Usa è moderato, ma non resteranno indenni se ci sarà una brusca frenata». Senza contare che il rischio immobiliare non è solo Usa: Rogoff ricorda come negli ultimi dieci anni l'incremento dei prezzi delle case negli Stati Uniti sia stato nettamente inferiore a quello di Gran Bretagna e Spagna.
Grazie Pepin la Bulle.